venerdì 22 ottobre 2010

PD sempre la solita storia

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua aveva incontrato una delegazione del Partito Democratico lo scorso 25 giugno. Il Pd in quell'occasione aveva presentato per sommi capi la proposta di legge in lavorazione sull'acqua pubblica, e aveva convenuto con il Forum di continuare il confronto sulla stessa. Ieri siamo venuti a sapere che la proposta di legge era già pronta, con tanto di presentazione in conferenza stampa del Segretario Pierluigi Bersani.

Se vogliamo dare un giudizio generale sulla proposta di legge, notiamo che nella sostanza riporterebbe la situazione sulla gestione dei servizi idrici a prima del Decreto Ronchi, senza intaccare le vie che hanno portato alla privatizzazione dei servizi idrici negli ultimi anni. Nella proposta abbiamo letto un timido passo in avanti quando si legge che gli investimenti devono tornare in capo al pubblico: logica vorrebbe che sparisse la “remunerazione del capitale investito” riconosciuta ai gestori, come noi chiediamo con il terzo referendum. Vediamo invece che viene introdotto il concetto di “remunerazione dell'attività industriale”, definizione che non esiste nella teoria economica e che gradiremmo che il Pd spiegasse meglio.

Il Pd ci ha abituato alle contraddizioni interne e anche nel testo ne troviamo diverse. In particolare prima si dice che “l'acqua è un bene comune dell'umanità” per poi scrivere, 7 righe più giù che “l'acqua è un bene di rilevanza economica”.

In ultimo sia il Segretario Bersani che il Capogruppo alla Camera Franceschini hanno sottolineato come “anche i promotori dei referendum sapevano di fare una battaglia soprattutto culturale”. Non ci serve che i vertici del Pd ci facciano da portavoce e diciamo che non è così. Noi i tre referendum vogliamo vincerli, vogliamo che la gestione del servizio idrico torni pubblica e partecipata dai cittadini e dai lavoratori, nel rispetto di 1 milione e 400mila elettori che hanno sottoscritto i quesiti. Se la dirigenza del Pd va a cercare in qualche cassetto della Commissione Ambiente troverà la Proposta di Legge di Iniziativa Popolare avanzata dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e presentata a suo tempo grazie ad un percorso di partecipazione e alle 400mila firme raccolte nel 2007.

Nell'incontro del 25 giugno il Forum chiese al Pd di adoperarsi affinché quella legge fosse portata all'ordine del giorno nel dibattito parlamentare, ad oggi niente si è mosso. Se i dirigenti del Pd leggessero quel testo potrebbero trovarci diversi spunti interessanti. Share

venerdì 1 ottobre 2010

risposta del consigliere Piero Minchillo al riassunto del consiglio comunale del 15 Luglio 2010 da noi pibblicato

Piero Minchillo dice:

Caro Antonio,
ho letto con molta attenzione il commento pubblicato sul vostro blog
riguradante il Consiglio Comunale del 15 Luglio scorso.
Pur apprezzando molto la vostra iniziativa di seguire e pubblicare notizie
attinenti la vita politica e amministrativa del ns.
Comune, devo rilevare che si è dato molto risalto ad alcune dichiarazioni di
un consigliere comunale di minoranza , circa la nostra presunta volontà di
voler aumentare le tasse comunali. Desidero precisare che Il collega
consigliere del nostro Gruppo ha semplicemente e liberamente espresso il
proprio pensiero. Nessuno della minoranza ha mai auspicato l'aumento della
pressione fiscale locale, consci come siamo della drammatica situazione in cui
versa il nostro paese. Il nostro gruppo, pur eterogeneo nelle espressioni
politiche che lo compongono, è fortemente associato da valori comuni di
libertà, di legalità, di tolleranza, di giustizia sociale e solidarietà. Non
siamo politici di professione ma, bensì, cittadini al servizio del proprio
paese che si sono uniti in un progetto politico nuovo e innovativo, fortemente
caratterizzato in senso sociale e solidaristico. Ciò significa che, pur stando
insieme, ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni, non rinunciando
alle proprie idee politiche. In altre parole, chi era moderato è rimasto
moderato e chi, come il sottoscritto, era socialista è rimasto ancor più
convinto delle proprie idee socialiste, democratiche e riformiste. L'unico
errore probabilmente commesso dal mio collega di gruppo è stato quello di voler
dare un leale contributo al dibattito in seno al Consiglio Comunale,
trascurando la possibilità che le sue dichiarazioni potessero essere oggetto di
strumentalizzazioni da parte della maggioranza. Ciò premesso, voglio drti che
proprio in quel Consiglio Comunale sono state assunte decisioni importanti da
parte della maggioranza che, ancora una volta, ha adottato provvedimenti come
l'istituzione di un parco eolico all'insaputa della cittadinanza e con
procedure tuttaltro che trasparenti. Ha approvato un bilancio viziato da
molteplici illeggitimità e ha ignorato qualsiasi invito alla prudenza che pur
è stato lanciato dai banchi dell'opposizione. Stranamente, tutto ciò è passato
inosservato e sembrerebbe che che nessuno vi abbia dato peso, al contrario
delle presunte richieste di innalzamento di tasse comunali avanzate dalla
minoranza che sono state pretestuosamente diffuse. Purtrooppo, il tuo auspicio
di una maggiore collaborazione tra maggioranza e opposizione è destinato a
restare inascoltato. Ma non per nostra volontà, questa maggioranza ha la
convinzione di poter fare tutto da sola, senza mai interpellare la cittadinanza
e con la supponenza di non confrontarsi con nessuno. Personalmente non credo
che lo sviluppo del nostro paese passi attraverso avventate scelte politiche
dettate più da esigenze di bilancio che da da una seria e concreta
programmazione. Siamo certi che tutta la cittadinanza sia daccordo
sull'installazione di sottostazioni elettriche, pannelli fotovoltaici ed
impianti eolici? Siamo certi che tutti i cittadini siano concordi sulla
realizzazione del Parco del Medio Fortore, soprattutto con le anomale modalità
seguite da questa maggioranza? Siamo certi che le priorità di questo paese
siano semplicemente quelle di realizzare piazze e piazzette anzichè opere
primarie e vitali come nuove condotte di acqua potabile, impianti fognari e il
rifacimento delle strade cittadine? Cosa viene fatto per diffondere una
maggiore cultura nel nostro paese? forse l'estate insieme? Per carità, mi
viene da pensare a Nerone, dove i cittadini di Roma chiedevano pane e
l'imperatore, invece, offriva spettacoli al Colosseo. E' su questo che la gente
di San Paolo dovrebbe riflettere, interrogandosi se tutto questo sia quello che
il paese effettivamente merita. Caro Antonio, la mia mail non vuol essere una
polemica ma uno spunto di riflessione con l'auspicio di un ritorno ad un sano
confronto politico che in questo paese è ormai morto da tempo. Benvengano
iniziative come la vostra che diffondono informazioni, stimolano il confronto e
consentono l'espressione libera delle proprie opininioni, soprattutto tra i
giovani. Bisogna stare però attenti e vigilare affinchè l'informazione non si
trasformi in disinformazione o, peggio ancora, in propaganda.
Ti ringrazio per l'attenzione che, sono certo, dedicherai a questa mia
puntualizzazione e vi auguro che questo blog possa svilupparsi ulteriormente,
soprattutto attraverso il contributo di tanti giovani del nostro paese.
Cordiali saluti

Piero Minchillo Share

lunedì 13 settembre 2010

lampada votiva a led

Una soluzione semplice per risparmiare un po' di soldi (a fronte di un investimento minimo) sarebbe quella di sostituire le tradizionali lampade votive nel nostro cimitero che ovviamente sono accese 24 ore al giorno durante tutto l'anno con delle lampade a led. Ciò determinerebbe un notevole risparmio nel consumo energetico; funzionamento in sicurezza perché a bassissima tensione; accensione a freddo (fino a -40 °C) senza problemi; insensibilità a umidità e vibrazioni; assenza di mercurio, quindi maggiore rispetto per l’ambiente in fase di smaltimento.


Esempio comune virtuoso:

Cassinetta di Lugagnano (MI) come tutti i comuni ha un cimitero (purtroppo). Con centinaia di punti luce. Accesi 24 ore su 24, 365 giorni all’anno.Grazie alla sostituzione di ogni lampada votiva a filamento da 5w con una lampada votiva a LED da 0,38 w sono stati ridotti i consumi di oltre il 90%.Inoltre, la durata media di una lampadina ad incandescenza è di 1,5 anni, mentre quelle a LED durano 11-13 anni.


Ovviamente non è questa scelta che salverebbe le ns casse comunali, ma insieme ad una raccolta differenziata con percentuali diverse,(precedente post), ed altre scelte che puntano al risparmio, si potrebbero trovare un po' di soldi che male non farebbero. Share

martedì 7 settembre 2010

Dimissioni ufficiali del presidente del consiglio di SanPaolo Di Civitate Antonio De Maso

Alla c.a. Sindaco Arch. Generoso Perna
Alla c.a. Segretario Comunale Dott. Giuseppe Longo
Comune di San Paolo di Civitate (FG)
Lettera via fax Lì 07.09.2010
Il sottoscritto Antonio Salvatore De Maso con la presente rassegna le proprie dimissioni da consigliere comunale.
...In fede ANTONIO SALVATORE DE MASO

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domenica 5 settembre 2010


Il nucleare copre poco più del 2 per cento dei consumi globali di energia nel mondo, meno dell’idroelettrico. Raddoppiare la potenza nucleare oggi installata, oltre a aumentare i rischi di incidenti, le scorie e i rischi di proliferazione di armi nucleari, avrebbe un effetto molto limitato sulle emissioni globali, dell’ordine del 5%. E implicherebbe l’apertura di un nuovo reattore ogni due settimane da oggi al 2030.

A circa 60 anni dalla nascita della tecnologia nucleare civile non esiste una tecnologia nucleare intrinsecamente sicura, la gestione a lungo termine delle scorie nucleari non è stata risolta da nessun paese e non c’è una tecnologia che non possa essere utilizzata anche per produrre materiali per le bombe atomiche. E, infine, le riserve di Uranio estraibili a costi calcolabili, ai livelli attuali di consumo ce ne sono per 70-80 anni.

Nemmeno dal punto di vista economico il nucleare ha funzionato: i costi di generazione elettrica da nuovi impianti nucleari sono superiori a quelli delle altre fonti convenzionali e dell’eolico. E, proprio per i rischi anche finanziari di questa tecnologia, l’industria nucleare nei mercati liberalizzati è in crisi e cerca fondi pubblici, sia come incentivi che come fondi a tasso agevolato, come la presidenza Bush aveva introdotto negli USA.

E’ una tecnologia in declino e la proposta del governo italiano di ritornare al nucleare è un nonsenso economico e industriale, che serve solo a piccole ma potenti lobby.

Per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e combattere il riscaldamento globale bisogna puntare sulle alternative più sicure ed efficaci: fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Investire sul nucleare invece introduce altri rischi e assorbe molte risorse che vanno invece utilizzate per le fonti davvero pulite.

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Sei domande e risposte sulla marea nera

L'incidente della piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico  ha provocato danni incalcolabili alle comunità e all'ambiente.

L'incidente della piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico ha provocato danni incalcolabili alle comunità e all'ambiente.

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Roma, Italia — Oggi diffondiamo "Orizzonte nero", un documento che spiega con sei domande e sei risposte cosa sta realmente accadendo in Louisiana, dopo l'esplosione della piattaforma Deepwater Horizon. Occorre fare chiarezza sulle molte falsità che in questi giorni vengono diffuse.

Decenni di maree nere non ci hanno insegnato niente. Dopo tante promesse di "rivoluzione verde" e Green Economy, agli inizi di aprile 2010, Barak Obama ha ridato il via alle esplorazioni petrolifere offshore negli USA, dopo una lunga moratoria.

Un pedaggio pagato alle lobby petrolifere per far passare un "Climate Bill"(la legislazione per la riduzione delle emissioni di gas serra) che riduce le emissioni degli USA solo del 4% rispetto al 1990 (anno di riferimento del Protocollo di Kyoto). Obama è stato subito ripagato da BP, proprietaria della Deepwater Horizon, con una marea nera che lascerà il segno.

Le nostre sei domande, con le loro risposte, ci fanno capire perché questo era un disastro annunciato:

Falso! La moratoria alle estrazioni petrolifere offshore negli USA non è cominciata per caso. Nel 1969 esplodeva infatti la piattaforma Santa Barbara (California): in dieci giorni, furono rilasciate in mare 12-13.000 tonnellate di petrolio. Almeno 10.000 uccelli furono uccisi. Dieci anni dopo era la volta della Ixtoc 1, della compagnia di Stato messicana PeMex: 450-480.000 tonnellate di petrolio furono rilasciate in mare nell'arco di oltre 9 mesi, nel Golfo del Messico. E' il maggior rilascio di petrolio in mare mai registrato, con danni anche negli USA che la PeMex non volle mai pagare. Migliaia di tartarughe marine furono sgomberate con gli aerei dalle spiagge messicane, pesantemente contaminate. Altri pesanti rilasci di petrolio furono causati dalle 30 piattaforme danneggiate o affondate dall'uragano Katrina, nel 2005: proprio in Louisiana.

Falso! La piattaforma Depwater Horizon non è della BP, che l'ha affittata dalla Transocean, alla modica cifra di 500,000 US$ al giorno. Con quella stessa cifra, la BP avrebbe potuto acquistare, e utilizzare, un sistema di bloccaggio del pozzo "a distanza" (azionabile con un sistema acustico, dalla superficie). Perché questo utile congegno, obbligatorio in Norvegia e in Brasile, non è stato utilizzato in una piattaforma assolutamente all'avanguardia (come sostiene la stessa BP)? L'uso di questo congegno è stato a lungo dibattuto negli USA, almeno dal 2000. Ma, dopo forti pressioni della lobby petrolifera, nel 2003 lo US Mineral Management Service concludeva che "questi sistemi non sono raccomandati perché tendono a essere troppo costosi". Certo, mezzo milione di dollari sono una bella cifra: ma sono appena il costo dell'affitto giornaliero di una piattaforma. E nel primo quadrimestre 2010 la stessa BP, che ha fatto profitti per quasi 6 miliardi di dollari, per attività di lobby al Congresso USA ha speso non meno di 3,5 milioni di dollari.

Falso! Non sappiamo ancora quanto petrolio stia rilasciando in mare la Deepwater Horizon. Sappiamo che BP ha mentito quando ha dichiarato una stima di circa 1.000 barili al giorno (c.a. 135 tonnellare). Già dopo i primi sopralluoghi la NOAA (National Oceanographic and Atmospheric Administration) ha portato la stima a 5.000 barili/giorno (c.a. 675 tonnellate) e i media riferiscono di stime assai maggiori: il 2 maggio il Wall Street Journal parlava di 25.000 barili al giorno (ovvero 3.375 tonnellate!) e la stessa BP ha dichiarato per la Deepwater Horizon una produzione potenziale di 150.000 barili al giorno (20.250 tonnellate). Queste cifre devono essere moltiplicate per la durata dello sversamento. Dopo il fallito tentativo di chiudere le valvole della testa di pozzo con un robot filoguidato (ROV, remote operated vehicle) adesso BP cerca di intrappolare la perdita sotto una cupola di cemento. In ogni caso ci vorrà tempo, bisognerà tagliare la condotta (che sta perdendo petrolio in almeno tre punti) e le perdite di petrolio, che fuoriesce anche da fessurazioni nel fondo marino, saranno bloccate solo scavando un altro pozzo (a mezzo miglio di distanza) per "togliere pressione" al pozzo in perdita. Ci vorranno mesi: Ixtoc 1 è esploso nel giugno 1979 ed è stato chiuso solo nel marzo 1980.

Falso! Sui media si legge che BP avrebbe già dichiarato che si assume tutte le responsabilità e che pagherà tutti i danni. Non è vero: BP ha dichiarato che pagherà tutte le perdite economiche accertate e quantificabili. Probabilmente non è poca cosa: già i pescatori (soprattutto ostriche e gamberi) si stanno attrezzando per organizzare una "class action" (azione legale collettiva) per chiedere a BP almeno 5 miliardi di dollari. Altri danni economici potrebbero essere richiesti dal settore turistico: già solo la pesca sportiva in mare, da quelle parti è un bussiness da oltre 700.000 di dollari l'anno (oltre 7.700 posti di lavoro). Tuttavia, i precedenti ci dicono che difficilmente BP pagherà i danni ambientali che sta causando. Dopo il disastro della Exxon Valdes (Prince William Sound, Alaska 1989) la Exxon Mobil era stata inizialmente condannata a pagare 287 milioni di dollari di danni e 5 miliardi di dollari come ammenda (anche per risarcire i danni ambientali). Dopo anni di appelli e perizie in tribunale, il 25 giugno 2008, la Corte d'Appello ha deciso che Exxon doveva pagare solo 507,5 milioni di dollari di danni. In altre parole, le compagnie petrolifere (e le loro assicurazioni) difficilmente pagano per tutti i danni ambientali collegati alle "maree nere", danni che, d'altra parte, sono spesso difficili da quantificare.

Falso! Gli effetti di disastri petroliferi come questo sono difficili sia da valutare che da monitorare. In particolare, gli effetti sull'ecosistema pelagico sono particolarmente complessi. Le sostanze tossiche rilasciate dalle migliaia di tonnellate di petrolio potrebbero avere effetti notevoli sia sulle comunità del plancton (organismi che vivono nella colonna d'acqua) che su altre specie. A ciò bisogna aggiungere gli effetti tossici dei disperdenti (ne sono stati usati almeno 400.000 litri) tra cui è confermato l'uso del Corexit (2- butossietanolo), vietato in California perché causa infertilità e malformazioni (o morte) dei feti. L'uso di disperdenti può ridurre l'impatto sugli uccelli (che vengono "soffocati" dal catrame) ma aumenta quello sulla fauna e flora marina. Spesso è una decisione che si prende per motivi di "pubbliche relazioni" (gli uccelli incatramati fanno sensazione) che è come nascondere l'immondizia sotto il tappeto visto che l'effetto sui pesci è poco visibile. Ad esempio, da metà aprile a metà giugno nell'area è in corso la riproduzione del tonno rosso, una specie già decimata dalla pesca eccessiva di cui è stato anche proposto (col sostegno degli USA…) il bando del commercio internazionale. Nella stessa area sono presenti tartarughe marine e cetacei (come le focene, varie specie di delfini, balenottere, capodoglio e capodoglio pigmeo o cogia). Lungo la fascia costiera del Golfo del Messico, negli USA ci sono oltre 2 milioni di ettari di zone umide, con oltre 400 specie a rischio. Il Governatore della Louisiana ha dichiarato che la marea nera minaccia almeno 14 Aree Protette. Tra le specie in pericolo ci sono varie specie di rettili (tartarughe e alligatori), lontre, pellicano bruno (il simbolo della Louisiana) e decine di specie di uccelli migratori, canori e limicoli. E' difficile stimare in quanto tempo gli ecosistemi si riprenderanno: tra l'altro, l'evento è purtroppo in corso e non abbiamo una stima precisa né dell'area colpita né dei quantitativi di petrolio sversato. Tuttavia, il caso della Exxon Valdez ci ricorda che dopo oltre vent'anni gli effetti sono ancora evidenti e le sostanze tossiche rilasciate con le 37.000 tonnellate di petrolio allora sversate sono ancora in circolazione. Se la Deepwater Horizon sta davvero rilasciando oltre 3.000 tonnellate di petrolio al giorno, già adesso (6 maggio) lo sversamento potrebbe essere di circa 48.000 tonnellate. Particolare importanza ha anche il periodo della stagione in cui avviene lo sversamento: quello della Exxon Valdez avvenne durante la stagione di riproduzione delle aringhe del Pacifico e lo stock non si è ancora ripreso.

Falso! L'idea che incidenti come questo siano causati dall'incuria e dalla cupidigia delle lobby petrolifere non è errata, ma affronta solo parte della realtà. Questi incidenti, che sono più frequenti di quanto non riferiscono i media (lo scorso gennaio, a Port Hartur (USA) c'è stato un "major oilspill" di cui non abbiamo mai sentito parlare…) dipendono da "fattori" come uragani, errore umano, malfunzionamento delle tecnologie e altri imprevisti. Ce ne saranno sempre. Le statistiche poi ci dicono che, per quanto appariscenti, le maree nere sono un contributo minoritario all'inquinamento da petrolio in mare: i lavaggi delle cisterne e le fonti terrestri sono un problema ben maggiore anche se "localmente" meno acuto. Per eliminare questi pericoli, e per combattere il cambiamento climatico e l'acidificazione degli oceani (entrambi conseguenza dell'aumento atmosferico della CO2 causato dai combustibili fossili), l'unica soluzione è smettere di cercare, trasportare e usare questi prodotti. Settori sempre più ampi dell'industria si sono ormai appropriati degli scenari della "Rivoluzione Energetica", descrivendo percorsi realistici che in un futuro prossimo ci permetteranno di lasciar perdere lo sporco petrolio (e fonti non meno pericolose come carbone e nucleare) passando alle energie rinnovabili (solare ed eolico) e all'efficienza energetica. Yes, We can.
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In Austria campagna online contro 'Berlusconi nucleare'

Attivisti austriaci in azione sulla spiaggia del Lido di Venezia per  la campagna "Stop Berlusconi nucleare".

Attivisti austriaci in azione sulla spiaggia del Lido di Venezia per la campagna "Stop Berlusconi nucleare".

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Austria — È partita la campagna virale di Greenpeace Austria "Stop Berlusconi" per fermare i piani nucleari del nostro Presidente del Consiglio. Attraverso un sito web dedicato, gli austriaci stanno firmando una petizione per chiedere a Berlusconi che l’Italia resti "libera dal nucleare", come l’Austria.

Gli austriaci, infatti, si preoccupano soprattutto perché uno dei siti nucleari più probabili in Italia, Chioggia, è vicino al loro confine, in particolare alle due province della Carinzia e della Stiria. Un reattore a Chioggia, a 30 Km da Venezia e vicino alle famose spiagge dell’Adriatico, rappresenterebbe un grave rischio per i turisti d’oltralpe che abitualmente passano in queste zone le loro vacanze.

Per raccogliere firme dei turisti di lingua tedesca, i volontari di Greenpeace Austria hanno visitato Lignano, Jesolo, Bibione e Caorle. Lo scorso luglio attivisti italiani e austriaci hanno trasformato il Lido di Venezia in una spiaggia anti-nucleare, piantando ombrelloni gialli e striscioni a formare un enorme messaggio di 1.500 metri quadri contro il nucleare.

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